domenica 26 gennaio 2014

corpo in affitto

Ieri sera sono stato al Teatro alla Murata di Mestre.
Ho già parlato diffusamente della Murata, esprimendo il mio apprezzamento e affetto nei confronti di questa realtà che da più di quarant’anni si ostina a esistere, senza mai cedere in merito alla scelta qualitativa delle sue proposte culturali. E’ forse l’unico e ultimo “teatro off”, in una città che predilige decisamente “on”.
Ma abbiamo già detto e dato.
Il teatro contiene una cinquantina di posti e separa chi recita da chi assiste, di un metro quando va bene. Insomma, si è là a condividere un unico flusso energetico che quando funziona, travolge.
Ieri ha funzionato, molto.
Lo spettacolo si intitola: corpo in affitto.
L’attrice, Evarossella Biolo, è bravissima: in mutande e reggiseno, ci racconta la storia di una ragazza che fin dalle elementari offre se stessa, in termini di prestazione sessuale, a chi paga. Riesce a essere disinvolta, seducente, simpatica, pur interpretando un personaggio difficile.

Il regista, Marco Artuso, dirige sapientemente la scena, spoglia all’inizio - un divano e una serie di scatole poste sul fondo del palco -, man mano si riempie di scatole aperte da cui l’attrice estrae vestiti con cui, di volta in volta, si veste e si toglie, mentre procede col racconto.
L’autore, Vincenzo Ercole, scrive un testo coinvolgente e diligente, seppur a mio avviso criticabile in certi punti, in cui diventa didascalico e moralista, benché il tema non sia di facile svolgimento.
Come e perché si diventa puttane, senza per altro accorgersene? Qual’è il valore intrinseco della morale comunemente introiettata, accettata, continuamente predicata? Fino a dove ci spingeremo pur di riuscire ad accumulare merce? Cosa è giusto e cosa sbagliato?
Queste alcune delle domande che l’autore pone allo spettatore. Domande non nuove ma sempre attuali.
Il sesso, il potere, la ricchezza hanno caratterizzato da sempre la storia delle civiltà antiche e moderne, svilendo così, forse, questi due ultimi vocaboli.
La protagonista pur di dimostrare che non è “vuota dentro”, accetterà un atto estremo che “il vecchio” le proporrà in cambio di una quantità enorme di denaro, di cui non ha per altro bisogno.
Ci chiederà ancora “perché sia sbagliata”, senza ricevere alcuna risposta.

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