lunedì 20 agosto 2012

Un ricordo di più di due righe per B

Cosa succede quando muore una persona cui si vuole bene?
Ci sono in realtà diverse gradazioni di bene, di coinvolgimento, di affezione. Posso ovviamente parlare per quello che riguarda me, le mie sensazioni, le mie percezioni. Lo faccio in presa diretta, nel treno dei pendolari, circondato da persone che parlano del caldo, delle cazzatine estive, della leggera pesantezza che asfissia le loro vite.
Ieri sera è mancata B, una signora ormai in pensione, con cui avevo lavorato alcuni anni. Per una serie di coincidenze che la vita ci butta là, intrecciando gli eventi, B era anche conoscente di famiglia- ma l'ho scoperto solo dopo averla conosciuta-. Coincidenza vuole che il suo funerale venga celebrato il giorno del mio compleanno, e anche quest'altra combinazione, mi pare c'entri poco con la casualità.
B è una delle tante persone che si incontrano nella vita, con cui si fa un pezzo insieme, con cui poi ci si sente poco, ma con le quali il ricordo affettivo rimane.
E il mio lavoro, com'era il suo, è fortemente connesso alla vita, ai destini, alle biografie delle molte persone con cui interagisco. Questo ti costringe ad assumere nei confronti del destino, della sofferenza, della gioia, dei sentimenti in generale, una sorta di vicinanza distaccata; non fosse così, dopo pochi anni, si scoppierebbe. Questo vale per tutti i lavori in ambito "sociale": si incontrano persone, spesso sfortunate, traumatizzate, eppure vive, che procedono comunque, e si fa un pezzo insieme. Volendo, per quanto riguarda la mia passione per le storie, che scrivo e leggo, avrei un serbatoio inesauribile, senza dover sforzarmi d'inventare niente.
Ricordo una volta che, rileggendo in un giornale la cronaca del processo di una ragazza che faceva parte dei progetti che seguivo, dal di fuori, la sua storia, che pur conoscevo nei minimi particolari, mi faceva una notevole impressione. La storia di un destino segnato, maciullato, risarcito in parte da una sentenza penale.

Torno a B, a questo dolore leggero che mi accompagna. Non è struggente: è mesto, misurato, pudico. B era una persona a cui non si poteva non voler bene, ma con discrezione.
B non avrebbe voluto esagerare nello scomporre alcunché; avrebbe provato imbarazzo a scomodare per sé troppe parole.
Due righe due sul blog, sono sufficienti.
B era una persona che quando ha saputo che la malattia procedeva spedita, che fisicamente la provava, diceva che bastava così: le sue soddisfazioni le aveva avute: vedova, un figlio e dei nipoti che crescono sani, una casa da lasciar loro in eredità, una discreta cifra di buoni ricordi, pochi amici e nessun nemico.

Ecco le due righe due sul mio blog.
Magari sarà qualche riga in più, ma mi conosci: il limite non mi ha mai contenuto.
Cristiano  

Nessun commento:

Posta un commento