sabato 21 aprile 2012

1Q84


In questo periodo ho dovuto scrivere, correggere, collegare, leggere a voce bassa e alta i miei testi, per la promozione del libro.
Quando devo lavorare così, leggo meno, più lentamente, per il bisogno di riposare la mia mente affaticata. Tra l’altro, quando le mie parole diventano più di ogni altra cosa strumento comunicativo mediato dalla mia voce, assumono una fisionomia altra, rispetto a come le ho pensate e scritte.
Faccio un esempio concreto e vi invito a provare un esercizio.
Provate a leggere ad alta voce:
“L'imminenza dell'alba offre un preludio di bellezza irradiando un timido chiarore, intrufolandosi tra il buio e le colline che fanno da barriera naturale alla visuale del sole che sta per alzarsi lentamente.”

Presumo che se avete accettato di provare l’esperimento, vi si siano arrotolate le parole, tra R, L, T, P, B, N, ecc.
In fase di riscrittura funzionale al reading, frasi come queste vanno provate, tagliuzzate, sottolineate, ecc.
Se poi si accetta di tenerle integre, per chi non è un attore, ma un autore che si legge, la riscrittura e le prove diventano ineludibili.

In questi periodi la lettura di altri libri rallenta. Invece di leggere tot libri in tot periodo, ben che vada riesco a leggerne la metà, spesso anche meno.
In questo frangente il sollievo alla nausea- sì, arrivo perfino a provare nausea, fastidio, rigetto nei confronti dei miei testi-, è toccato a 1Q84, libro primo e secondo di Muratami. Un tomo di 718 pagine, cui seguirà un terzo libro che Einaudi lancerà non so quando.
Di Murakami ho letto diversi libri, e ogni volta, la stessa sensazione, confermata anche da quest’ultimo che il marketing declama come il suo capolavoro: se usasse un terzo ( 1/3) di parole in meno, il libro non perderebbe in potenza e anzi, probabilmente, ne trarrebbe giovamento.
Murakami è un autore che consiglio. È uno scrittore capace, fantasioso, nostalgico, malinconico, colto. Le sue trame sono articolate, complesse, mai banali. È forse un po’ lento, talvolta lezioso, spesso riempie la pagina di mestiere, ma non mi sono mai pentito di averlo letto; anzi, quasi sempre ne ho tratto giovamento, a volte però, anche sollievo.
Insomma: 1Q84 ha una trama articolata, una scrittura mai sopra le righe, calibrata, attenta, ma, mi ripeto, in 500 pagine avrebbe raccontato tutto, forse con maggior efficacia.

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